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Quello che ero, quello che sono e quello che potrei essere…

domenica 26 dicembre 2010

Hachikō


"Hachikō nacque in una fattoria di Odate, nella Prefettura di Akita, il 10 novembre 1923. Era un esemplare maschio di Akita bianco. All'età di due mesi, venne adottato da Hidesaburō Ueno, un professore universitario del dipartimento agricolo di Tokyo, che lo portò con sé nella sua abitazione a Shibuya. Ogni mattina, il professor Ueno, pendolare per esigenze di lavoro, si dirigeva alla stazione di Shibuya per andare a lavorare. Il suo fedele cane lo accompagnava sempre e ritornava alla stazione quando il suo padrone rientrava dalla giornata lavorativa.
Il 21 maggio 1925, Ueno morì di ictus mentre era all'università. Hachikō, come ogni giorno, si presentò alla stazione per le tre del pomeriggio (l'orario in cui il suo padrone solitamente arrivava), ma il professor Ueno non era ancora tornato. Il cane attese invano il suo arrivo. Ciononostante, tornò alla stazione il giorno seguente e fece così anche nei giorni successivi. Con il passare del tempo, il capostazione di Shibuya e le persone che prendevano quotidianamente il treno iniziarono ad accorgersi di lui e cercarono di accudirlo, offrendogli cibo e riparo.
Con il tempo, tutto il popolo giapponese venne a conoscenza della storia di Hachikō; molte persone cominciarono ad andare a Shibuya solo per vederlo e per poterlo accarezzare. Nonostante il passare degli anni e il progressivo invecchiamento, il cane continuò comunque a recarsi alla stazione, esclusivamente la sera, quando il suo padrone sarebbe dovuto arrivare. Nell'aprile 1934, venne realizzata, ad opera dello scultore Teru Ando, una statua in bronzo con le sue sembianze, posta nella stazione di Shibuya; un'altra simile venne eretta ad Odate, la sua città natale; lo stesso cane fu presente all'inaugurazione.


L'8 marzo 1935 Hachikō morì di filariasi all'età di dodici anni, dopo aver atteso ininterrottamente per ben dieci anni il ritorno del suo padrone. La sua morte impietosì la comunità nipponica; la notizia venne inserita in tutte le prime pagine dei giornali giapponesi e venne dichiarato un giorno di lutto per ricordare il suo reiterato gesto di fedeltà nei confronti del padrone."


Questa storia è veramente speciale...
La ammiro.
Hachikō in Giappone è un emblema di affetto e lealtà.

domenica 19 dicembre 2010

L'amicizia...

E' bello sentirsi accettato dagli altri per chi si è veramente...
E' la prima volta che parlo della mia intimità senza farmi tanti problemi davanti a parecchia gente.
Questa volta mi sento sul serio accettato per quello che sono.
Questo mi commuove e mi fa sentire speciale.
Sto capendo, con il passare del tempo, che di certe persone mi posso fidare...
La maggior parte di loro si sono fatti avanti quando stavo nelle situazioni peggiori della mia vita, e senza pensarci due volte si sono offerti disponibili ad ascoltarmi...
Con loro,
Mi posso confidare, essendo sicuro che non mi giudicheranno,
Posso trascorrere del tempo inseme, sapendo che un ora sembrerà un minuto,
Posso ascoltare le loro esperienze, sapendo che loro si fideranno di me...
E che quando li guarderò, un sorriso...
Quel sorriso sarà il segnale che mi farà capire e ricordare che non mi sentirò più da solo...
Grazie.

mercoledì 15 dicembre 2010

Rifletto...

Ultimamente mi sento più forte...
Credo che la mia autostima sia aumentata notevolmente, questo perché ho scoperto una parte di me stesso che non conoscevo ancora...
Tutto è iniziato lo scorso sabato, quando stavo aspettando una persona fuori da un pub...
Passava il tempo ed iniziavo ad agitarmi...
Quando all'improvviso, appare lui...
Una persona di cui sono attratto, di cui dubito l'interesse che lui ha per me...
In quel momento, l'unica parola che dissi fu "Ciao"...
Me ne andai dalla vergogna, ma subito dopo tornai...
Lui stava ancora lì...
Mi avvicinai a lui quando, sentì una sensazione strana, una specie di istinto che non mi permetteva parlare con lui, come se il mio corpo stava cercando di bloccarmi...
Cercai molte volte di chiamarlo, cercai molti modi per attirare la sua attenzione, ma quella sensazione tornava...
Sempre...
Oggi ho riflettuto...
Questo problema me lo porto da quando ero bambino, da quando gli altri compagni di classe mi prendevano in giro solo perché cercavo di essere me stesso (esponevo i miei pensieri, cosa che loro non gradivano)...
E da quei giorni che ho una specie di trauma...
Questo mi sta influenzando fin'ora e mi limita molto dal punto di vista sociale...
Però credo, adesso che ho capito il problema, sia più facile arrivare alla soluzione...
Mettere da parte questa sensazione, e continuare a fare quello che voglio fare...
Solo questa è la via della soluzione...
Affrontare il problema in questo caso è ignorarlo...
E adesso che so come risolverlo...
Mi sento molto meglio...

domenica 12 dicembre 2010

Oggi non è giornata...

Mi chiedo come una persona come me possa essere amata se neanche riesco a farmi notare dalla gente...
Mi sento uno schifo di nuovo, ho voglia di piangere e non capisco come faccio a non risolvere il mio problema...
Non capisco neanche io qual'è il mio problema.
Credo che ho paura di attirare l'attenzione di persone che non conosco...
Non ce l'ho fatta a chiedergli se voleva uscire questo martedì, l'unica cosa che gli ho detto è "ciao".
Non riuscivo neanche a guardarlo negli occhi...
Che vergogna...

domenica 5 dicembre 2010

Aspettare?

Tutti mi dicono di aspettare... ma come faccio ad aspettare?

Ultimamente, mi sento molto solo (sentimentalmente)... 
Vorrei conoscere una persona con qui instaurare una relazione affettiva, ma per una persona come me, questo è abbastanza complicato.
Perché?
Conoscere una persona che mi stia simpatica, che sia più o meno della mia età, che sia interessato a me e che sia gay; per la vita che faccio io, è quasi impossibile!
Io sto aspettando questo momento da tanto tempo, pero niente, come se il destino non avesse lasciato spazio alla mia vita affettiva, come se io dovessi essere single per sempre...
Sperare?
Aspettare?
Credo che se uno desidera qualcosa non deve aspettare per ottenerla, anzi deve cercare di avvicinarsi sempre di più fino ad ottenerla.
Mi sbaglio?
Non funziona così nella vita sentimentale?
Che devo fare?